Task-shifting e Task-Sharing InnovaCARE
Cari colleghi e Care colleghe,
a fine mandato, il Presidente Capaccioli si pronuncia e ci offre l’opportunità di esprimere la nostra posizione sul tema, diametralmente opposta alla sua.
La democrazia consente di esprimere filosofie diverse che guardano entrambe al futuro delle nostre professioni, ma che immaginano scenari distanti tra loro.
“Per ridurre i rischi, è essenziale che il task-shifting (qualcuno inizia a fare qualcosa che prima veniva fatto da qualcun altro) e il task-sharing (qualcuno inizia a fare qualcosa con qualcun altro che lo faceva già) siano accompagnati da una chiara definizione dei compiti e delle responsabilità”, così afferma il Presidente Capaccioli nell’intervista rilasciata a Sanità24 de Il Sole 24 Ore.
Accompagnare il task-shifting ed i task-sharing con una chiara definizione di compiti e responsabilità significa cristallizzare le posizioni cioè l’opposto della definizione di questi due termini. Un ossimoro.
Come a dire che per rendersi flessibili nei termini in cui il sistema richiede alle professioni intellettuali mature, come le nostre, ci si deve ingessare con chiare definizioni di chi fa che cosa: si intende costruire il nostro futuro su quel che noi stessi abbiamo riconosciuto essere i limiti del nostro passato.
Probabilmente questa posizione deriva dal fatto che da troppi anni l’interlocutore manca da un posto di lavoro “sul campo”, i colleghi e le colleghe che lavorano tutti i giorni “in trincea” sanno che definire un limite invalicabile tra le competenze ingessa il sistema ed penalizza una professione a vantaggio di un’altra.
Sia chiaro, ogni professione ha una propria finalità specifica, in molti casi specialistica, ma esiste una zona, dai confini non definiti, dove le competenze delle diverse professioni si sovrappongono ed è proprio sfruttando questa area che è possibile ottenere nuove posizioni e nuovi posti di lavoro per le nostre aree di competenza, aumentando l’efficacia e l’efficienza dei professionisti, quindi la loro autorevolezza.
Ma facciamo qualche esempio.
Immaginiamo per un attimo un luogo, magari sul territorio, dove sia presente un Assistente sanitario, ma non un Infermiere: se le competenze fossero circoscritte senza la possibilità di alcuna condivisione, per determinate azioni sarebbe necessario inviare sul posto un Infermiere, cosa che non sarebbe necessaria, se quelle stesse azioni potessero essere svolte anche dal collega Assistente sanitario.
Audiometristi ed audioprotesisti, entrambi possono utilizzare le stesse apparecchiature per misurare l’udito, ma con finalità diverse, il primo per una valutazione clinica dello stato dell’udito, il secondo per definire o adattare l’eventuale impianto acustico da proporre all’assistito. Quindi? L’uno non esclude l’altro.
All’ospedale di Careggi, da tempo i colleghi Tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e
perfusione cardiovascolare svolgono attività di follow-up cardiologico, un’opportunità di
crescita professionale e di massima valorizzazione delle competenze: prima questa attività era di esclusiva competenza del Medico cardiologo.
Questa nuova competenza ha forse ingenerato criticità con i Medici? Assolutamente no, ha consentito ai Medici di concentrare la loro attenzione su altro. La modalità di lavoro ha anche aumentato la qualità percepita dagli assistiti e migliorato l’ambiente di lavoro.
Quel che conta e che va rafforzato e, se necessario, protetto non sono i mezzi che si utilizzano (tecnologie, tecniche, compiti, saperi, funzioni, etc…) ma il fine per cui li si utilizza. ogni professione ha un suo fine proprio e per quello deve lavorare, tutto il resto sono i mezzi attraverso i quali lo raggiungere, compiti e conseguenti responsabilità compresi.
La lista InnovaCARE punta alla valorizzazione proattiva, matura e non rivendicativa delle
professioni e delle loro competenze, guardando avanti; punta a far acquisire maggiori spazi di manovra, nella convinzione che i nostri professionisti e le nostre professioniste possono dare un significativo contributo qualificato alla crescita del sistema salute, sempre in sinergia con le altre professioni, mai in contrapposizione, come inevitabilmente si è determinato e continuerebbe a determinarsi restando nella politica dei silos professionali, quelli fondati sulla vecchia logica della “chiara definizione dei compiti e delle responsabilità”.
Per la lista InnovaCARE
Il referente: Riccardo Orsini

Task-shifting e task-sharing: senza regole chiare si rischia la dequalificazione professionale
Link all'articolo di riferimento su SANITA' 24
0 commenti